giovedì 31 marzo 2011

Raccolta fondi in favore di Denis

Su richiesta e suggerimento di tantissimi amici di denis
L'Associazione culturale Beat Generation di Tortoreto Lido ha avviato un' iniziativa di Raccolta fondi in favore di Denis.
L'Associazione, che ha tra le varie finalità anche quelle solidaristiche, si è resa disponibile ad offrire il conto corrente d'appoggio per la
RACCOLTA FONDI IN FAVORE DI DENIS, ma anche per pubblicizzare e sostenere qualsiasi attività solidaristica in suo favore (concerti, attività culturali, ecc.).

Di seguito trovate le coordinare del Conto Corrente intestato a:
Associazione Beat Generation
Banca d'appoggio: BANCA DI TERAMO di Credito Cooperativo sc
Filiale diTortoreto (TE)
IBAN: IT18 A 0702677070 000000012591
Importante la CAUSALE del BONIFICO. Chi effettua il Bonifico potrà inserire quale causale "Denis è innocente", oppure "Bonifico pro Denis", "Raccolta Fondi Denis", l'importante è che nel Bonifico ci sia quale tracciabilità il riferimento al nome Denis.

Aggiornamento Romina_31 marzo 2011

Ragazzi, purtroppo hanno negato il rilascio per la seconda volta. Credo pero' di avere trovato finalmente un avvocato all' altezza della situazione. Spero di darvi presto buone notizie. Nel frattempo, vi prego, continuate a pensarci. Romina

Il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto ha approvato la mia mozione urgente su Denis. Grazie a di tutti di cuore.

Il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto ha approvato la mia mozione urgente su Denis. Grazie a di tutti di cuore.

by Paolo Forli on Thursday, 31 March 2011 at 15:22
Ecco il testo approvato dal Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto, all'unanimità:



San Benedetto del Tronto, 31 marzo 2011


MOZIONE URGENTE RELATIVA ALLA VICENDA DI DENIS CAVATASSI: 


Il sottoscritto Consigliere Comunale dott. Paolo Forlì, in base a consona interpretazione dell' art. 43, comma 1 punto C del Regolamento di codesto Consiglio Comunale, vista l'urgenza e la gravità dell'argomento in questione, chiede al Sig. Presidente del Consiglio Comunale di poter proporre all'assemblea consiliare un documento urgente da approvare ed inviare al Presidente della Repubblica, al Ministro degli Esteri, all'ambasciatore italiano in Thailandia ed al Console Onorario italiano a Phuket;

il fine di tale documento è quello di contribuire a sollecitare le nostre istituzioni e gli organi nazionali ed internazionali che si occupano di diritti civili, affinché si risolva al più presto l'incresciosa situazione che sta vivendo Denis Cavatassi, cittadino italiano, di origini abruzzesi e molto conosciuto in città, che dal 19 marzo lo vede detenuto in una orribile prigione thailandese a seguito di gravissime accuse, palesemente infondate, carenti di prove e di un qualsiasi movente. Questa vicenda sta già mobilitando moltissimi cittadini che conoscono bene il detenuto e che sanno, con certezza, che Denis é innocente. Purtroppo, ad oggi, poco possono fare se non dimostrare solidarietà e coinvolgere più persone ed organi d'informazione possibili. Denis ha bisogno dell'intervento immediato delle istituzioni. Il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto può contribuire fattivamente alla risoluzione di questa spiacevole vicenda.


Paolo Forlì


Breve cronistoria, parte integrante del documento da porre al voto del consiglio comunale:


Il 15 marzo 2011 il Sig. Luciano Butti, veniva assassinato da 4 colpi di pistola a Phuket in Thailandia da quattro killer.
Nel giro di 24 ore la polizia locale ha:
1) arrestato due dei killer;
2) identificato gli altri due, attualmente ancora a piede libero;
3) proceduto all’arresto di colui che ha organizzato l’omicidio, Prasong Yongjit, “chiamato da tutti Saa”;
4) proceduto all’arresto di Denis Cavatassi con l’accusa di essere il mandante dell' omicidio, su dichiarazione di Prasong Yongjit.
Denis Cavatassi e Luciano Butti erano soci in un ristorante a Phi Phi Island, e Prasong Yongjit era uno dei dipendenti dell’attività. Le prove a sostegno dell’accusa contro Denis Cavatassi sono oggettivamente paradossali: un bonifico bancario di 30.000 bat a favore di Prasong Yongjit (l’equivalente di circa 715 euro) e il fatto che ci siano state delle telefonate tra il cellulare di Denis e quello dell’accusatore. Tutti gli altri soci del ristorante e gli altri gestori di attività in Thailandia confermano che prestare soldi allo staff in quel paese è prassi molto comune. La stessa moglie di Denis ha riportato alla polizia che il dipendente, nonché accusatore, Sig. Prasong Yongjit, soffocava Denis di pressanti richieste di aiuto finanziario descrivendogli una situazione familiare molto difficile. Chi ha la fortuna di conoscere Denis sa che era di cuore molto magnanimo, e si offrì senza problemi a concedere questo prestito.
Il giorno successivo all'omicidio la vittima in questione avrebbe iniziato il procedimento di divorzio dalla moglie tedesca; per tale procedimento Denis si era prestato in qualità di testimone in suo favore; a testimonianza dei buoni rapporti che intercorrevano tra Denis ed il suo socio, per il quale Denis, più di ogni altro, chiede sia fatta giustizia.
Denis Cavatassi chiede alla corte thailandese che vengano ascoltati i contenuti di quei discorsi telefonici, cosa che a tutt'oggi, incomprensibilmente, gli viene negata. Ed è alquanto paradossale che si faccia un bonifico bancario per pagare un killer, cosa invece utile e razionale per chi volesse avere una "ricevuta" ufficiale per un prestito effettuato. E’ altrettanto paradossale che avesse usato il suo proprio telefono cellulare, se avesse avuto intenzioni malevole. In Thailandia è possibile acquistare delle sim card telefoniche senza dover produrre un documento d’identificazione. Oltretutto Denis era stato informato da Prasong Yongjit (che poi ha confessato di essere stato l'organizzatore del delitto) che quest'ultimo si trovasse a Krabi, città in cui risiedeva la sua famiglia, nella quale Denis ha fatto pervenire il bonifico bancario; il reo confesso, in realtà, si trovava a Phuket.
In molti, poi, testimoniano che poco tempo prima Prasong Yongjit era stato platealmente rimproverato sul lavoro dallo sfortunato Luciano Butti, gesto considerato molto grave ed offensivo in quel paese.
La sorella di Denis, Romina Cavatassi, che si trovava dal fratello in vacanza con la famiglia proprio in quel periodo, è funzionario della Fao ed ha iniziato immediatamente a prodigarsi affinché la verità potesse venire a galla. In tal senso, assieme alla moglie di Denis, ha prodotto documenti per l'istanza di scarcerazione dietro cauzione, in attesa di giudizio. Ma la prima richiesta di rilascio su cauzione e' stata negata, per un incomprensibile e repentino cambio dei membri della corte giudicante, che hanno poi richiesto altra documentazione. Con la produzione di ulteriori documenti ha fatto seguito una seconda richiesta di rilascio lo scorso venerdi' 25 marzo alla quale, però, non giunge ancora alcuna risposta; nel frattempo Denis e' detenuto, senza prove concrete e senza uno straccio di movente, dentro un carcere che sembra un mattatoio e che dovrebbe contenere al massimo 500 persone, quando invece ne contiene 1200. In particolare, secondo i resoconti della sorella e di chi si è immediatamente recato sul luogo per tentare di aiutarlo,  è detenuto in una stanza di 150 metri quadrati insieme a 200 persone. Lui stesso, durante uno dei rari colloqui possibili, ha riferito che se si mette in posizione supina di notte, non riesce a girarsi di lato per quanto sono attaccati. Sono condizioni disumane.


Preso atto di quanto in premessa, Noi Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto
chiediamo
al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano;
al Ministro degli Esteri On. Franco Frattini;
all'Ambasciatore italiano di Thailandia, Laos e Cambogia dott. Michelangelo Pipan;
al Vice Console Onorario a Puket Francesco Cavaliere
che si attivino urgentemente, ognuno per le proprie competenze, affinché venga fatta luce sulla vicenda che riguarda l'omicidio del nostro connazionale Luciano Butti e la ingiusta detenzione dell'altro nostro connazionale Denis Cavatassi. La storia, purtroppo, è piena di esempi in cui un innocente è stato condannato ingiustamente. Questo è palesemente uno di quei casi. Ci appelliamo, pertanto, alle vostre capacità ed al vostro alto senso della Giustizia e dello Stato. Denis è innocente; facciamo in modo che possa tornare subito in libertà.


Presidenza della Repubblica
Palazzo del Quirinale, 00187 Roma - Piazza del Quirinale


Ministero degli Affari Esteri
Piazzale della Farnesina, 1
00135 Roma


Ambasciata d’Italia in Thailandia
CRC Tower, All Seasons Place 87 Wireless Road, Lumpini, Phatumwan Bangkok 10330


Consolato Onorario in Phuket
113/40 Moo 7 Wichitsongkram Rd.
Anuphas Golf Ville Manorom 5
Kathu 83120 Phuket



Approvato nella seduta del 30 marzo 2011 all'unanimità.

Il Corriere d'Abruzzo_Thailandia, Cavatassi resta in carcere. Comune di San Benedetto approva una mozione urgente










Thailandia, Cavatassi resta in carcere. Comune di San Benedetto approva una mozione urgente

TERAMO - Resta in carcere Denis Cavatassi, il 42enne ristoratore tortoretano accusato di essere il mandante dell'omicidio del socio toscano Luciano Butti, ucciso con quattro colpi di pistola il 15 marzo scorso a Phuket, in Thailandia. Oggi per il teramano doveva essere il giorno della scarcerazione, invece, come spiega la sorella Romina direttamente sul profilo facebook di Denis "il rilascio è stato negato per la seconda volta". La prima richiesta di scarcerazione era stata respinta quattro giorni fa. Il post di Romina continua però con un segnale di speranza: "Credo di avere trovato finalmente un avvocato all’altezza della situazione. Spero di darvi presto buone notizie. Nel frattempo, vi prego, continuate a pensarci".
ANCHE IL COMUNE DI SAN BENEDETTO A SOSTEGNO DI DENIS - Intanto, dopo 12 giorni di prigionia nel carcere thailandese di Phuket, si moltiplicano le iniziative a a sostegno della liberazione di Denis. Ad iniziare dal web: tanti i messaggi di solidarietà che continuano ad arrivare sulla sua pagina facebook e su quella del gruppo a lui dedicato. On line pure un blog per seguire gli aggiornamenti del caso. E per Denis si è mobilitato anche il Comune di San Benedetto che, su iniziativa del consigliere comunale Paolo Forlì (amico del tortoretano) ieri sera ha presentato in Consiglio una mozione urgente sulla vicenda, approvata all'unanimità e pronta per essere inviata alla Presidenza della Repubblica, al ministero degli Affari Esteri, all’Ambasciata d’Italia in Thailandia e al Consolato Onorario a Phuket.
Obiettivo del documento, spiega lo stesso consigliere è "di contribuire a sollecitare le nostre istituzioni e gli organi nazionali e internazionali che si occupano di diritti civili, affinché si risolva al più presto l'incresciosa situazione che sta vivendo Denis Cavatassi, cittadino italiano, di origini abruzzesi e molto conosciuto in città, che dal 19 marzo lo vede detenuto in una orribile prigione thailandese a seguito di gravissime accuse, palesemente infondate, carenti di prove e di un qualsiasi movente". "Questa vicenda - continua Forlì - sta già mobilitando moltissimi cittadini che conoscono bene il detenuto e che sanno, con certezza, che Denis é innocente. Purtroppo, ad oggi, poco possono fare se non dimostrare solidarietà e coinvolgere più persone ed organi d'informazione possibili. Denis ha bisogno dell'intervento immediato delle istituzioni".

 

mercoledì 30 marzo 2011

Aggiornamento da Romina_30 marzo 2011

La Corte ha negato di nuovo il rilascio. Procediamo a nuova richiesta

Articolo pubblicato su Riviera Oggi il 29/03/2011

http://www.rivieraoggi.it/2011/03/29/117683/denis-cavatassi-la-mobilitazione-degli-amici/

Denis Cavatassi, la mobilitazione degli amici

Denis Cavatassi
A sostegno del ristoratore ancora in carcere in Thailandia amici e famigliari propongono di inviare una mail ad Ambasciate e Ministero per chiedere giustizia e far luce sull’omicidio Butti. Creato anche un gruppo su Facebook e un blog con gli aggiornamenti sulla vicenda.
 
TORTORETO – “Vogliamo giustizia per Denis Cavatassi”. Gli amici del ristoratore, ancora rinchiuso nel carcere di Phuket in Thailandia, si mobilitano con l’invio di una mail ad Ambasciate e Ministero, affinchè si faccia luce sull’omicidio di Luciano Butti, per il quale Cavatassi è accusato di essere il mandante. Cavatassi è in carcere dal 19 marzo e il Tribunale, che ha respinto la prima richiesta di scarcerazione su cauzione, dovrà pronunciarsi questa settimana sulla seconda istanza avanzata dagli avvocati della difesa. Per la mobilitazione in favore di Cavatassi sono stati creati anche un gruppo su Facebbook e un blog http://denis-cavatassi-is-innocent.blogspot.com/ dove vengono riportati gli aggiornamenti sulla vicenda.
Di seguito il testo della mail che gli amici propongono di mandare alle istituzioni a scopo di sensibilizzazione, che deve essere inviata agli indirizzi mail  thai.em.rome@wind.it.net
(Ambasciata thailandese a Roma) consolare.bangkok@esteri.it (Ambasciata italiana in Thailandia); ministero.affariesteri@cert.esteri.it (Ministero degli affari Esteri).
Il contenuto dell’e-mail dovrà essere per tutti uguale, senza aggiunte di ulteriori passaggi.
Il testo:
Il 15 marzo scorso il Sig. Luciano Butti, veniva assassinato da 4 colpi di pistola a Phuket in Thailandia da quattro killer.
Nel giro di 24 ore la polizia locale ha:
1) arrestato due dei killer;
2) identificato gli altri due, attualmente ancora a piede libero;
3) proceduto all’arresto di colui che ha organizzato l’omicidio, Prasong Yongjit, “chiamato da tutti Saa”;
4) proceduto all’arresto di Denis Cavatassi con l’accusa di essere il mandante dell’ omicidio, su dichiarazione di Prasong Yongjit.
Il Sig. Denis Cavatassi ed il Sig. Luciano Butti erano soci in affari di un ristorante e Prasong Yongjit un dipendente dell’attività.
Le prove a sostegno dell’accusa contro Denis Cavatassi sono un bonifico di 30.000 bat a favore di Prasong Yongjit (l’equivalente di circa 715 euro) e il fatto che ci siano state delle telefonate tra il cellulare di Denis e quello dell’accusatore. Tutti gli altri soci del ristorante e gli altri gestori di attività in Thailandia confermano che prestare soldi allo staff in Thailandia è cosa molto comune.
La stessa moglie di Denis ha riportato alla polizia che il dipendente, nonché accusatore, Sig. Prasong Yongjit, soffocava Denis di pressanti richieste di aiuto finanziario descrivendogli una situazione familiare molto difficile.
La prima richiesta di rilascio su cauzione è stata negata.  Ha fatto seguito una seconda richiesta venerdì 25 Marzo e nel frattempo Denis è ingiustamente detenuto senza prove concrete dentro un carcere che potrebbe contenere al massimo 500 persone ma che in realtà ne contiene 1200. Visto dall’esterno sembra un “mattatoio”. In particolare è detenuto in una stanza di 150 metri quadrati insieme a 200 persone. Se si mette in posizione supina di notte, non riesce a girarsi di lato per quanto sono attaccati. Sono condizioni disumane.
Vogliamo che questa incresciosa situazione si risolva al più presto.
Aiutateci a farlo rilasciare.
Chi lo conosce sa che raramente si incontrano persone così! Gentili, educate, rispettose e sempre pronte ad aiutare gli altri. Queste persone meritano profondo rispetto!
Il rispetto che deve essere “garantito” ad un uomo che lo ha sempre avuto per tutti!!
Ed è per questo che le persone che lo conoscono e che lo amano esigono che i governi si interessino; esigono delle risposte; esigono giustizia.
Per un uomo giusto questo è il minimo che si possa pretendere.
La Famiglia
Tutti gli amici

lunedì 28 marzo 2011

Liberate Denis da quell'inferno, non ci sono motivi per trattenerlo, e' innocente, non avete uno straccio di prove!!!!

I fatti

Denis Cavatassi vive da 3 anni sull’isola di Phi Phi Don in Thailandia dove gestisce insieme ad altri soci un ristorante ("Ristorante Italiano") e una guest house ("Marine House").
Il 15 marzo scorso uno dei soci di Denis, il sig. Luciano Butti, veniva assassinato a Phuket con 4 colpi di pistola. Nel giro di 24 ore la polizia locale traeva in arresto due dei killer, identificava altri 2 killer ancora a piede libero e traeva in arresto l'organizzatore dell'omicidio, Prasong Yongjit (soprannominato Saa), nonché Denis con l'accusa di essere il mandante, su dichiarazione di Saa.
Le prove a sostegno dell’accusa contro Denis sono semplicemente un bonifico di 30,000 bat (l’equivalente di circa €715) in favore di Saa (che era un dipendente del “Ristorante Italiano”), e il fatto che ci siano state delle telefonate (delle quali non è stato verificato  il contenuto) tra il cellulare di Denis e quello dell’accusatore, Saa.
I familiari hanno fatto una prima richiesta di rilascio su cauzione, ma è stata loro stata negata. E' stata quindi avanzata una seconda richiesta per la quale sono ancora in attesa di risposta.
Nel frattempo Denis è detenuto in un carcere che può contenere 500 persone, ma che attualmente ne contiene 1200. Le condizioni sono disumane.

domenica 27 marzo 2011

Aggiornamento da Romina_25 marzo 2011

Ragazzi rispondo a tutti con un post sulla situazione di Denis. Non lo hanno ancora rilaciato. Mercoledi' hanno negato il rilascio su cauzione. Oggi abbiamo presentato una nuova richiesta. Ma non avremo una risposta prima di martedi come minimo. Denis sta fisicamente bene ma moralmente a pezzi. Non hanno uno straccio di prova concret...a ma ciononostante hanno negato il rilascio su cauzione. Non lo trattano male questo no, pero' e' in una stanza di 150 mq con altre 199 persone. Non hanno neanche un mq a testa. Le condizioni sono disumane. Ritrovarsi li dentro senza neanche sapere come e solo perche' si e' troppo buoni e gentile e' una cosa orribile, terrificante. Gli ho portato il sostegno di voi tutti. Grazie per il vostro sostegno. E speriamo di poterlo presto riabbracciare.

Aggiornamento da Romina_23 Marzo 2011

Aggiornamenti Denis: purtroppo Denis non è ancora stato scarcerato su cauzione così come erroneamente riportato da alcune testate giornalistiche. la burocrazia qui ha ulteriormente allungato i tempi e quest' attesa comincia ad essere estenuante. Vi prego di aiutarci mantenendo viva l' attenzione e stimolando il più possibile media e tam tam virtuale. Romina

Aggiornamento da Romina_22 marzo 2011

Cari amici di Denis, anzitutto grazie a tutti per la solidarieta', come molti di voi sanno mi trovo in Thailandia dove sono arrivata il 19 marzo per una vacanza da sogno, che invece purtroppo si è trasformata in un incubo. Chiunque conosca Denis non ha avuto e non ha il minimo dubbio sulla sua innocenza e sul fatto che sia stato incas...trato in una bruttissima vicenda. Non credo di avere molto spazio sul wall di Fb quindi vi dico soltanto che Denis è molto scioccato ma sta fisicamente bene. Non lo hanno ancora rilasciato ma speriamo lo facciano domani. Le prove sono praticamente inesistenti per non dire assurde e per quanto uno si posssa sforzare di pensare non esiste nessun movente plausibile. Sembra assurdo che si possa formulare un'accusa così grave senza uno straccio di prova plausibile e senza un movente. Spero solo che prendano almeno in considerazione l' ipotesi di avere preso una cantonata infinitamente grande e che indaghino per bene seguendo altre piste plausibili.