Ecco il testo approvato dal Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto, all'unanimità:
San Benedetto del Tronto, 31 marzo 2011
MOZIONE URGENTE RELATIVA ALLA VICENDA DI DENIS CAVATASSI:
Il sottoscritto Consigliere Comunale dott. Paolo Forlì, in base a consona interpretazione dell' art. 43, comma 1 punto C del Regolamento di codesto Consiglio Comunale, vista l'urgenza e la gravità dell'argomento in questione, chiede al Sig. Presidente del Consiglio Comunale di poter proporre all'assemblea consiliare un documento urgente da approvare ed inviare al Presidente della Repubblica, al Ministro degli Esteri, all'ambasciatore italiano in Thailandia ed al Console Onorario italiano a Phuket;
il fine di tale documento è quello di contribuire a sollecitare le nostre istituzioni e gli organi nazionali ed internazionali che si occupano di diritti civili, affinché si risolva al più presto l'incresciosa situazione che sta vivendo Denis Cavatassi, cittadino italiano, di origini abruzzesi e molto conosciuto in città, che dal 19 marzo lo vede detenuto in una orribile prigione thailandese a seguito di gravissime accuse, palesemente infondate, carenti di prove e di un qualsiasi movente. Questa vicenda sta già mobilitando moltissimi cittadini che conoscono bene il detenuto e che sanno, con certezza, che Denis é innocente. Purtroppo, ad oggi, poco possono fare se non dimostrare solidarietà e coinvolgere più persone ed organi d'informazione possibili. Denis ha bisogno dell'intervento immediato delle istituzioni. Il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto può contribuire fattivamente alla risoluzione di questa spiacevole vicenda.
Paolo Forlì
Breve cronistoria, parte integrante del documento da porre al voto del consiglio comunale:
Il 15 marzo 2011 il Sig. Luciano Butti, veniva assassinato da 4 colpi di pistola a Phuket in Thailandia da quattro killer.
Nel giro di 24 ore la polizia locale ha:
1) arrestato due dei killer;
2) identificato gli altri due, attualmente ancora a piede libero;
3) proceduto all’arresto di colui che ha organizzato l’omicidio, Prasong Yongjit, “chiamato da tutti Saa”;
4) proceduto all’arresto di Denis Cavatassi con l’accusa di essere il mandante dell' omicidio, su dichiarazione di Prasong Yongjit.
Denis Cavatassi e Luciano Butti erano soci in un ristorante a Phi Phi Island, e Prasong Yongjit era uno dei dipendenti dell’attività. Le prove a sostegno dell’accusa contro Denis Cavatassi sono oggettivamente paradossali: un bonifico bancario di 30.000 bat a favore di Prasong Yongjit (l’equivalente di circa 715 euro) e il fatto che ci siano state delle telefonate tra il cellulare di Denis e quello dell’accusatore. Tutti gli altri soci del ristorante e gli altri gestori di attività in Thailandia confermano che prestare soldi allo staff in quel paese è prassi molto comune. La stessa moglie di Denis ha riportato alla polizia che il dipendente, nonché accusatore, Sig. Prasong Yongjit, soffocava Denis di pressanti richieste di aiuto finanziario descrivendogli una situazione familiare molto difficile. Chi ha la fortuna di conoscere Denis sa che era di cuore molto magnanimo, e si offrì senza problemi a concedere questo prestito.
Il giorno successivo all'omicidio la vittima in questione avrebbe iniziato il procedimento di divorzio dalla moglie tedesca; per tale procedimento Denis si era prestato in qualità di testimone in suo favore; a testimonianza dei buoni rapporti che intercorrevano tra Denis ed il suo socio, per il quale Denis, più di ogni altro, chiede sia fatta giustizia.
Denis Cavatassi chiede alla corte thailandese che vengano ascoltati i contenuti di quei discorsi telefonici, cosa che a tutt'oggi, incomprensibilmente, gli viene negata. Ed è alquanto paradossale che si faccia un bonifico bancario per pagare un killer, cosa invece utile e razionale per chi volesse avere una "ricevuta" ufficiale per un prestito effettuato. E’ altrettanto paradossale che avesse usato il suo proprio telefono cellulare, se avesse avuto intenzioni malevole. In Thailandia è possibile acquistare delle sim card telefoniche senza dover produrre un documento d’identificazione. Oltretutto Denis era stato informato da Prasong Yongjit (che poi ha confessato di essere stato l'organizzatore del delitto) che quest'ultimo si trovasse a Krabi, città in cui risiedeva la sua famiglia, nella quale Denis ha fatto pervenire il bonifico bancario; il reo confesso, in realtà, si trovava a Phuket.
In molti, poi, testimoniano che poco tempo prima Prasong Yongjit era stato platealmente rimproverato sul lavoro dallo sfortunato Luciano Butti, gesto considerato molto grave ed offensivo in quel paese.
La sorella di Denis, Romina Cavatassi, che si trovava dal fratello in vacanza con la famiglia proprio in quel periodo, è funzionario della Fao ed ha iniziato immediatamente a prodigarsi affinché la verità potesse venire a galla. In tal senso, assieme alla moglie di Denis, ha prodotto documenti per l'istanza di scarcerazione dietro cauzione, in attesa di giudizio. Ma la prima richiesta di rilascio su cauzione e' stata negata, per un incomprensibile e repentino cambio dei membri della corte giudicante, che hanno poi richiesto altra documentazione. Con la produzione di ulteriori documenti ha fatto seguito una seconda richiesta di rilascio lo scorso venerdi' 25 marzo alla quale, però, non giunge ancora alcuna risposta; nel frattempo Denis e' detenuto, senza prove concrete e senza uno straccio di movente, dentro un carcere che sembra un mattatoio e che dovrebbe contenere al massimo 500 persone, quando invece ne contiene 1200. In particolare, secondo i resoconti della sorella e di chi si è immediatamente recato sul luogo per tentare di aiutarlo, è detenuto in una stanza di 150 metri quadrati insieme a 200 persone. Lui stesso, durante uno dei rari colloqui possibili, ha riferito che se si mette in posizione supina di notte, non riesce a girarsi di lato per quanto sono attaccati. Sono condizioni disumane.
Preso atto di quanto in premessa, Noi Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto
chiediamo
al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano;
al Ministro degli Esteri On. Franco Frattini;
all'Ambasciatore italiano di Thailandia, Laos e Cambogia dott. Michelangelo Pipan;
al Vice Console Onorario a Puket Francesco Cavaliere
che si attivino urgentemente, ognuno per le proprie competenze, affinché venga fatta luce sulla vicenda che riguarda l'omicidio del nostro connazionale Luciano Butti e la ingiusta detenzione dell'altro nostro connazionale Denis Cavatassi. La storia, purtroppo, è piena di esempi in cui un innocente è stato condannato ingiustamente. Questo è palesemente uno di quei casi. Ci appelliamo, pertanto, alle vostre capacità ed al vostro alto senso della Giustizia e dello Stato. Denis è innocente; facciamo in modo che possa tornare subito in libertà.
Presidenza della Repubblica
Palazzo del Quirinale, 00187 Roma - Piazza del Quirinale
Ministero degli Affari Esteri
Piazzale della Farnesina, 1
00135 Roma
Ambasciata d’Italia in Thailandia
CRC Tower, All Seasons Place 87 Wireless Road, Lumpini, Phatumwan Bangkok 10330
Consolato Onorario in Phuket
113/40 Moo 7 Wichitsongkram Rd.
Anuphas Golf Ville Manorom 5
Kathu 83120 Phuket
Approvato nella seduta del 30 marzo 2011 all'unanimità.