mercoledì 20 aprile 2011

Appello a Napolitano per liberare Cavatassi

Appello a Napolitano per liberare Cavatassi

Denis Cavatassi
Tortoreto. Denis Cavatassi, il ristoratore di 42 anni di Tortoreto, accusato di essere il mandante dell'omicidio del socio in affari in Thailandia, Luciano Butti è in carcere da un mese esatto. Ieri sera su proposta congiunta dei capigruppo di maggioranza e opposizione, rispettivamente Antonio Di Giovanni e Rolando Papiri, il consiglio comunale di Tortoreto ha votato all'unanimita' la risoluzione urgente con la quale si chiede l'immediato interessamento del presidente della Repubblica Napolitano, del ministro degli Esteri Frattini, dell'ambasciatore italiano in Thailandia, Laos e Cambogia Michelangelo Pipan e del console onorario a Phuket Francesco Cavaliere "affinché venga fatta piena luce sulla vicenda relativa all'omicidio del nostro connazionale Luciano Butti e sulla palesemente ingiusta detenzione del nostro concittadino Denis Cavatassi. Nel rispetto pieno e doveroso di ogni esigenza di giustizia, solidarieta' e rispetto dei diritti umani". La sorella di Denis Cavatassi, Romina che è funzionario Fao, dice in una lettera letta in consiglio comunale, che con Denis non si può comunicare più di 5 minuti e a giorni alterni. Il destino di Denis passa ora per un avvocato indicato dall'ambasciata italiana.
Redazione
 
20 aprile 2011
http://www.quotidianodabruzzo.it/politica/4273/appello-a-napolitano-per-liberare-cavatassi.html

Tortoreto, Consiglio Comunale vota risoluzione urgente per la liberazione di Denis Cavatassi

Tortoreto, Consiglio Comunale vota risoluzione urgente per la liberazione di Denis Cavatassi

denis_cavatassi_liberoTortoreto. Dopo il Comune di San Benedetto del Tronto, che il 31 marzo scorso ha approvato una mozione con la quale si sollecitavano le istituzioni italiane e gli organi nazionali ed internazionali che si occupano di diritti civili, anche l’amministrazione comunale di Tortoreto si unisce alla mobilitazione per la liberazione di Denis Cavatassi dal 19 marzo detenuto nelle carceri di Pucket, in Thailandia, accusato di essere il mandante dell’omicidio del socio in affari Luciano Butti.
Su proposta congiunta dei capigruppo di maggioranza e opposizione, Antonio Di Giovanni e Rolando Papiri, il consiglio comunale di Tortoreto ha infatti votato ieri sera all’unanimità la risoluzione urgente con la quale si chiede l’immediato interessamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del ministro degli Esteri Franco Frattini, dell’ambasciatore italiano in Thailandia, Laos e Cambogia Michelangelo Pipan e del console onorario a Phuket Francesco Cavaliere “affinché venga fatta piena luce sulla vicenda relativa all’omicidio del nostro connazionale Luciano Butti e sulla palesemente ingiusta detenzione del nostro concittadino Denis Cavatassi. Nel rispetto pieno e doveroso di ogni esigenza di giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti umani”.
E’ lo stesso Denis a chiedere giustizia per l’amico e socio, oltre che per se stesso. La sorella di Denis Cavatassi, Romina, funzionario Fao, fa sapere, tramite una lettera letta in consiglio comunale dal consigliere Papiri, che con Denis non si può comunicare più di 5 minuti e a giorni alterni. Il destino di Denis passa ora per un avvocato indicato dall’ambasciata italiana e la famiglia Cavatassi sta facendo la staffetta per portare il proprio sostegno.
“La famiglia non può essere lasciata sola” commenta Papiri. Grande solidarietà è stata espressa anche da Di Giovanni e dal sindaco Monti, che ha definito Denis “uomo di grande qualità umana e personale. Siamo a disposizione della sua famiglia”.
http://www.cityrumors.it/teramo/cronaca/denis-cavatassi-comune-di-tortoreto-31639.html

lunedì 18 aprile 2011

Post su Phuket wan

Su suggerimento di tante persone che vivono in Thailandia lasciamo perdere i post su Phuket wan

Firmate la petizione su www.freedenis.com

Un uomo è stato ucciso, un innocente è finito in un orribile carcere tailandese. Mentre i killer sono ancora liberi. Per favore firmate la petizione. Il senso di giustizia in quel paese non esiste. E' solo un passo ma può aiutare. Andate sul sito www.freedenis.com e cliccate su sign the petition. Basta inserire i vostri dati (che se preferiti rimarranno anonimi)  e cliccare sul pulsante arancione sign the petition. Le firme oggi sono solo 312 . E' tutto quello che possiamo fare per il nostro caro amico Denis ?
Moltiplichiamo le azioni facendo firmare petizione ai vostri amici

Caso Cavatassi, a un mese dall'arresto in Thailandia parla il fratello

TERAMO - Ad un mese esatto dall'arresto in Thailandia, parla il fratello di Denis Cavatassi, il 43enne ristoratore di Tortoreto, finito in manette lo scorso 19 marzo con l'accusa di esser la mente dell'assassinio del suo socio in affari, il toscano Luciano Butti, ucciso quattro giorni prima a colpi di pistola a Phuket. Insieme a Cavatassi, che si è sempre proclamato innocente, furono arrestati tre thailandesi, accusati di essere gli autori materiali dell'omicidio con altre due persone del posto tutt'ora ricercate dalla polizia thailandese.
Secondo gli inquirenti, il tortoretano vantava crediti nei confronti dell'imprenditore toscano, motivo che lo avrebbe spinto ad assoldare un sicario - insieme agli altri imputati - dietro il pagamento di 150mila baht (l'equivalente di 3mila e 500 euro). Ad inchiodare Denis, sempre secondo le autorità thailandesi, ci sarebbero un bonifico di 30 mila baht (715 euro) a favore del suo dipendente Prasong Yongjit  (organizzatore dell'omicidio e principale accusatore di Cavatassi) e due telefonate fatte dal cellulare dello stesso Yongjit a quello del teramano.
“Denis è molto scosso e nervoso – racconta il fratello, Adriano Cavatassi - fisicamente sta bene ma sta avendo difficoltà per alcune allergie di cui soffre. La paura, a questo punto, è anche per le condizioni igieniche e sanitarie molto precarie”. Accanto a Denis, in questi giorni è rimasto il padre che però domani rientrerà in Italia: “Doveva incontare mio fratello oggi prima di ripartire – continua Adriano – ma non ci è riuscito perchè le visite in programma erano tantissime in questi giorni di festa per il capodanno thailandese. Domani comunque farà rientro in Italia”. La speranza, adesso, è che venga accolta la richiesta della Farnesina per consentire alla famiglia di sentire il ristoratore teramano almeno due volte alla settimana: “Ci hanno fatto sapere che non possono entrare nel merito del giudizio delle autorità thailandesi. Al momento, quello che le autorità italiane dicono di poter fare è tutelare la sicurezza e le condizioni di salute di mio fratello”.
Nessuna novità intanto sul fronte della battaglia legale per la liberazione di Cavatassi, dopo il no della scorsa settimana alla terza richiesta di rilascio su cauzione fissata a 1 milione e 200mila baht, l'equilante di 30mila euro. “In questi ultimi giorni è rimasto tutto fermo per il capodanno thailandese – spiega ancora il fratello di Denis – per adesso continuano a negare la liberazione con la motivazione che potrebbe abbandonare il paese. Abbiamo affidato il caso ad un nuovo legale del posto. E' fiducioso, ma prima di decidere quali passi fare, vuole studiare tutta la vicenda”.
E a trenta giorni dall'arresto, non si ferma la mobilitazione della famiglia, degli amici e anche delle istituzioni locali. Dopo il Comune di San Benedetto, ci dice Adriano Cavatassi, “domani anche il Consiglio Comunale di Tortoretto dovrebbe votare una mozione bipartisan a sostegno della liberazione di Denis. Ci si sta attivando perchè anche l'Unione dei Comuni della Val Vibrata faccia lo stesso”.
Tanta infine la solidarietà su internet e facebook: “In questo mese tantissime persone si sono attivate per mio fratello - conclude Adriano - soprattutto su internet e facebook. Alcune associazioni hanno anche avviato raccolte fondi. Non possiamo che ringraziarli, sperando presto di poter dare anche a loro la buona notizia della libertà di Denis”.
http://www.ilcorrieredabruzzo.it/regione/202-cronaca/12780-caso-cavatassi-a-un-mese-dallarresto-in-thailandia-parla-il-fratello.html

lunedì 11 aprile 2011

Aggiornamento Romina_11 aprile 2011

Ragazzi, purtroppo niente da fare. Anche oggi hanno negato il rilascio. In famiglia siamo tutti molto provati, ma non molliamo. Bisogna tenere duro e andare fino in fondo. Solo così possiamo aiutare Denis.

Thailandia, negato di nuovo il rilascio per Denis Cavatassi

Thailandia, negato di nuovo il rilascio per Denis Cavatassi

TERAMO - Di nuovo negato il rilascio a Denis Cavatassi, il 42enne ristoratore di Tortoreto accusato di essere il mandante dell'omicidio del socio toscano Luciano Butti, ucciso con quattro colpi di pistola il 15 marzo scorso a Phuket, in Thailandia.
A comunicarlo, via facebook, è la stessa sorella di Denis, Romina Cavatassi, che dalla sua pagina scrive: "Anche oggi hanno negato il rilascio. In famiglia siamo tutti molto provati, ma non molliamo. Bisogna tenere duro e andare fino in fondo. Solo così possiamo aiutare Denis".
E' la terza volta che le autorità thailandesi negano la scarcerazione del ristoratore di Tortoreto, ormai in carcere nella capitale del Paese asiatico da quasi un mese. Intanto, non si ferma la mobilitazione di parenti e amici per la liberazione di Denis. Dopo la mozione urgente approvata dal Comune di San Benedetto, nei giorni scorsi l'associazione tortoretana Beat Generation ha avviato una raccolta fondi a sostegno del rilascio dell'uomo. I riferimenti dell'iniziativa sono consultabili sulla pagina facebook di Denis Cavatassi.
Sempre su internet, è stato lanciato anche un sito internet in inglese dedicato alla vicenda con aggiornamenti e la possibilità di firmare la petizione per la libertà di Cavatassi.

http://www.ilcorrieredabruzzo.it/regione/202-cronaca/12502-thailandia-negato-di-nuovo-il-rilascio-per-denis-cavatassi.html

domenica 10 aprile 2011

Denis Cavatassi, prosegue la mobilitazione. La visita di un amico in carcere


3139 letture Denis Cavatassi, prosegue la mobilitazione. La visita di un amico in carcere

denis_cavatassi_liberoTortoreto. Una speranza lunga 9mila chilometri, quella che passa tra l’Italia (dove familiari e amici sono in ansia dallo scorso 19 marzo) e la Thailandia, a Pukhet per l’esattezza, dove Denis Cavatassi resta ancora dietro alle sbarre per una vicenda, per certi versi assurda, che deve ancora essere chiarita. Bisognerà attendere almeno fino alla prossima settimana per sapere se l’imprenditore di Tortoreto, accusato di essere il mandante dell’omicidio del socio Luciano Butti, potrà finalmente uscire dall’angusto (per usare un eufemismo) penitenziario di Pukhet.

La mobilitazione, nel frattempo, prosegue. Gli amici hanno avviato una raccolta di fondi (attraverso l’associazione Beat Generation), operazione necessaria per far sì che le innegabili e crescenti richieste delle autorità asiatiche, per la scarcerazione di Denis, possano essere esaudite. In ogni caso, forse già lunedì prossimo le autorità thailandesi potrebbero esprimersi sulla terza richiesta di liberazione di Cavatassi, dopo che le prime due sono state rigettate. Oggi, nel frattempo, nella cittadina asiatica è volato il padre di Denis, per seguire da vicino le pratiche per la scarcerazione. I giudici, come detto, potrebbero esprimersi nelle prossime ore, con la speranza di tutti che ora l’esito possa essere diverso. Negli ultimi giorni, a Pukhet, ha soggiornato anche un amico di Denis, Dino Fazzini, compagno di diversi viaggi, che in più occasioni lo ha incontrato nei colloqui in carcere. L’amico, dopo essere stato qualche giorno in Thailandia, ora è tornato al lavoro e racconta le sue sensazioni dopo aver fatto visita all’imprenditore. “ Quasi tutti i giorni della mia permanenza in Thailandia sono stato da Denis”, racconta Dino Fazzini, “ e assieme ad altri amici e familiari abbiamo di dargli il supporto morale. Le condizioni di vita, all’interno del penitenziario, sono disumane acuite dal fatto che ci si ritrova dietro alle sbarre senza un vero motivo plausibile. Vivere in una cella di 150 metri quadrati, con altri 200 detenuti, non si ha nemmeno lo spazio per poter dormire. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di sostenerlo, e nonostante tutto Denis si è fatto forza cercando di convivere con questa situazione, che spero finisca presto”.
  http://www.cityrumors.it/oltre-labruzzo/cronaca/denis-cavatassi-prosegue-la-mobilitazione-la-visita-di-un-amico-in-carcere-31081.html

venerdì 8 aprile 2011

Aggiornamento Romina_07-04-2011

Carissimi amici, per sapere qualche notizia su Denis dobbiamo avere molta ma molta pazienza e tenacia per qualche altro giorno, credo fino a lunedì. Speriamo e preghiamo che tutto vada bene. Io ancora non riesco a credere a quello che gli/ci sta succedendo. Avessi un fratello delinquente, penserei "vabbé se l'è voluta", ma con un fratello come Denis, buono, tranquillo, sereno e positivo com'è lui proprio no. Non si può tollerare una cosa del genere.

lunedì 4 aprile 2011

Per favore inserite i commenti anche sul giornale di Phuket

Ragazzi, please, mettete anche commenti sul giornale di Phuket. Magari può servire. http://phuketwan.com/tourism/phuket-murder-italian-partner-accused-butti-killing-13844/
phuketwan.com
Breaking News An Italian business partner and six Thais are accused of the gun murder of Phuket and Phi Phi businessman Luciano Butti. Three of the accused are still being pursued.

Attivazione nuovo sito www.freedenis.com

Vi informiamo che è stato attivato un nuovo sito in inglese intermaente dedicato a Denis dal quale si può firmare la petizione sia in italiano che in inglse e dove trovate le coordinate bancarie per chi volesse effettuare una donazione. L'indirizzo è il seguente www.freedenis.com

venerdì 1 aprile 2011

Firmate tutti


http://www.thepetitionsite.com/1/free-denis/

Il 15 marzo scorso il Sig. Luciano Butti, veniva assassinato da 4 colpi di pistola a Phuket in Thailandia da quattro killer. Nel giro di 24 ore la polizia locale ha:1) arrestato due dei killer;
2) identificato gli altri due, attualmente ancora a piede libero;
3) proceduto all'arresto di colui che ha organizzato l'omicidio, Prasong Yongjit, chiamato da tutti Saa;
4) proceduto all'arresto di Denis Cavatassi con l'accusa di essere il mandante dell' omicidio, su dichiarazione di Prasong Yongjit.
 Denis Cavatassi e Luciano Butti erano soci in affari di un ristorante e Prasong Yongjit un dipendente dell'attività..
 Le prove a sostegno dell'accusa contro Denis Cavatassi sono un bonifico di 30.000 bat a favore di Prasong Yongjit (l'equivalente di circa 715 euro) e il fatto che ci siano state delle telefonate tra il cellulare di Denis e quello dell'accusatore, dipendente presso il suo ristorante.
 Tutti gli altri soci del ristorante e gli altri gestori di attività in Thailandia confermano che prestare soldi allo staff in Thailandia è una cosa molto comune.
La stessa moglie di Denis ha riportato alla polizia che il dipendente, nonché accusatore, Sig. Prasong Yongjit, soffocava Denis di pressanti richieste di aiuto finanziario descrivendogli una situazione familiare molto difficile.
La prima richiesta di rilascio su cauzione e' stata negata.
 Ha fatto seguito una seconda richiesta venerdi' 25 Marzo, di nuovo negata con la scusa che hanno paura che Denis lasci il paese.
Nel frattempo Denis e' ingiustamente detenuto senza prove concrete dentro un carcere che potrebbe contenere al massimo 500 persone ma che in realtà ne contiene 1200.
Visto dall'esterno sembra un  mattatoio.
 In particolare è detenuto in una stanza di 150 metri quadrati con insieme a 200 persone.
Se si mette in posizione supina di notte, non riesce a girarsi di lato per quanto sono attaccati.
Sono condizioni disumane.
 Vogliamo che questa incresciosa situazione si risolva al più presto.
 Aiutateci a farlo rilasciare.
 Chi lo conosce sa che raramente si incontrano persone così.
Gentili, educate, rispettose e sempre pronte ad aiutare gli altri.
Queste persone meritano profondo rispetto!
Il rispetto che deve essere garantito ad un uomo che lo ha sempre avuto per tutti!!
Ed è per questo che le persone che lo conoscono e che lo amano

ESIGONO CHE I GOVERNI SI INTERESSINO
ESIGONO DELLE RISPOSTE
ESIGONO GIUSTIZIA

Per un uomo giusto questo è  il minimo che si possa pretendere.
La Famiglia
Tutti gli amici